Forum Nazionale per il Servizio Civile

22/02/2014

"Ora il Governo Renzi riformi il SCN. Pronti al confronto".Intervista ad Enrico Maria Borrelli, Presidente FNSC

Matteo Renzi, appena nominato Presidente del Consiglio, porta con sé una squadra giovane e tante idee per riformare il Paese. Tra queste non ha mai mancato di evidenziare quella di un servizio civile europeo: “…se vogliamo creare senso di appartenenza, identità e comunità non c’è che una strada: il servizio civile obbligatorio. Magari solo per tre mesi. Ma obbligatorio, per donne e per uomini. Lì sì che si fa l’Italia”.

Per la prima volta un premier italiano porta in tasca una nota molto chiara per riformare il servizio civile nazionale, creando aspettative tra i giovani e nel vasto mondo di enti che da quarant’anni credono e investono in questo istituto. Una volontà fermamente ribadita in quasi tutti i suoi confronti pubblici che dovrà ora non soltanto dimostrare di saper tradurre in pratica ma anche di saper allineare alle esigenze di enti e giovani. E la sua proposta di un servizio civile obbligatorio, ancorché europeo, non ha riscosso il loro pieno consenso. Per capirne di più abbiamo intervistato Enrico Maria Borrelli, presidente di Amesci e del Forum Nazionale Servizio Civile.

Un premier giovane che ha a cuore la riforma del servizio civile nazionale, una grande opportunità per il vostro mondo.
La prima volta che Renzi ha parlato di servizio civile in maniera così determinata siamo rimasti quasi spiazzati. Non ci aspettavamo che in un momento di così grandi difficoltà per il Paese tra le priorità dell’agenda politica di un candidato alla segreteria di un grande partito, oggi premier, vi fosse questo tema. E’ chiaro che l’esperienza e i risultati di tanti anni di servizio civile abbiano assunto, finalmente, una rilevanza strategica nelle politiche di crescita del Paese. Il servizio civile nazionale ha costruito, e rappresenta oggi, una straordinaria infrastruttura immateriale non soltanto per lo sviluppo di politiche di coesione, ma anche per la crescita e la formazione dei giovani. La grave crisi occupazionale che interessa particolarmente i giovani ha consentito di rivalutare gli aspetti formativi di questo istituto alla luce dei risultati che ha prodotto. Con il servizio civile lo Stato ha potuto avvicinare, ed educare, i giovani alla cittadinanza e, al tempo stesso, ha arricchito la loro formazione di competenze facilmente spendibili per l’ingresso nel mondo del lavoro. La riforma dovrà preoccuparsi anzitutto di migliorare questi risultati.

Renderlo obbligatorio potrebbe quindi essere un modo per coinvolgere anche quelli che fino ad oggi hanno scelto di non avvicinarsene?
Obbligare qualcuno a fare qualcosa, sia anche crescere e formarsi, è contro la nostra visione di coinvolgimento. Non solo. L’obbligatorietà di una prestazione contravviene anche alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, per farlo dovremmo violare i loro diritti. Crediamo invece che i giovani debbano liberamente scegliere come costruire la propria vita, ed è per questo che le nostre organizzazioni fanno dello stimolo alla partecipazione un preciso impegno. Lo Stato dovrebbe adoperarsi per incentivare la partecipazione dei giovani al servizio civile, preoccupandosi di garantire l’accesso a tutti coloro che chiedono di farlo, di arricchire questa esperienza con più contenuti formativi e con prospettive occupazionali, di renderla maggiormente compatibile con i loro impegni di studio e lavoro. Oggi lo strumento è sicuramente troppo rigido, anche il solo studio diventa difficile organizzarlo se sei impegnato 30 ore a settimana per un intero anno. E poi c’è il tema delle competenze. Se i giovani potessero realmente spenderle nella ricerca di lavoro questo li indurrebbe a considerare il servizio civile non soltanto un’esperienza di solidarietà civica, ma anche una reale occasione di formazione.

Il servizio civile, quindi, come strumento di formazione e fattore di occupabilità?
Anche, ma non solo. Non dimentichiamo che la sua natura è quella di strumento di difesa della Patria. Permangono saldamente all’interno di questa esperienza i valori della pace e della solidarietà, che rappresentano il brodo primordiale al cui interno i giovani crescono e si formano. E’ questa la sua più grande forza. E la più preziosa occasione che lo Stato ha di avvicinare i giovani nella loro crescita. Renzi ha ragione quando dice che “qui si fa l’Italia”.

Pochi giorni fa c’è stata una riunione dell’intergruppo parlamentare sul terzo settore per discutere la riforma del servizio civile.
Abbiamo partecipato ad un incontro che l’intergruppo ha organizzato con la Cnesc, noi siamo andati ad ascoltare. Si è parlato di un testo di riforma al quale pare stiano lavorando alcuni parlamentari, tra questi Beni e Patriarca, ma non è stato mostrato nulla. Immagino che come loro anche altri parlamentari stiano lavorando a proposte e noi siamo aperti al confronto con chiunque sia interessato a riformare seriamente e attraverso un confronto collegiale il servizio civile.

Il Forum Servizio Civile è a pochi giorni dalla sua assemblea, su cosa sarà centrata?
L’assemblea nazionale è il luogo naturale di confronto di tutte le organizzazioni che aderiscono al Forum. Un focus lo faremo sicuramente sulla riforma del servizio civile, abbiamo lavorato ad una proposta con diversi parlamentari e ne approfitteremo per approfondire le questioni più delicate: ancoraggio alla difesa della Patria, stabilizzazione del contingente annuo, programmazione pluriennale, apertura ai giovani immigrati, integrazione delle persone con disabilità, competenze, connessioni con il mondo del lavoro, ma soprattutto elasticità della durata, finanziamento dei privati e tanta mobilità europea. All’assemblea parteciperanno anche altre organizzazioni, esterne al Forum, con cui ci stiamo confrontando sulla riforma e alcuni parlamentari interessati al tema.

Un augurio e un invito al nuovo premier.
L’augurio è quello di riuscire a portare a compimento le riforme necessarie al rilancio del Paese. L’invito è quello a non arretrare sull’attenzione ai giovani, individuando con chiarezza nel suo Governo sia la delega ai giovani che quella al Servizio Civile Nazionale. Confidiamo nelle sue capacità e nella disponibilità al confronto. Dopo l’assemblea gli faremo pervenire una richiesta di incontro per presentare le nostre proposte.

(fonte: serviziocivilemagazine.it)