Forum Nazionale per il Servizio Civile

15/10/2015

Servizio civile Universale e 100 mila volontari per il 2016: traguardo possibile? Intervista al Presidente del Forum Nazionale Servizio Civile

Un’intervista del Presidente di Amesci e del Forum Nazionale Servizio Civile sugli scenari possibili che potrebbero seguire all’approvazione della Legge di Stabilità in materia di Servizio Civile.

Nei giorni scorsi, intervenendo su Rai 3 a Che tempo che fa, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha rilanciato il tema del servizio civile annunciando un aumento di 100 milioni al Fondo Nazionale. Secondo il premier, in aggiunta ai 113 milioni già previsti, consentirebbero l’avvio di 100 mila giovani nel 2016. Con un anno di anticipo rispetto agli impegni assunti dal Governo.

Oggi in Consiglio dei Ministri è previsto all’ordine del giorno la presentazione della legge di Stabilità 2016 e il mondo del servizio civile attende, con ansia, la prova dei numeri. Ne parliamo con Enrico Maria Borrelli, presidente di Amesci e del Forum Nazionale per il Servizio Civile.

Il Presidente del Consiglio ha annunciato, a sorpresa, che il governo avrebbe impegnato 100 milioni in più per il servizio civile. Sarà vero?
Non abbiamo motivo di dubitare delle sue dichiarazioni, fino ad oggi l’attenzione e l’impegno mostrati dal governo sono stati evidenti. Stiamo assistendo ad un rilancio del servizio civile che punta a travalicare i confini nazionali grazie alla proposta lanciata dallo stesso governo italiano, durante il semestre di presidenza dell’UE, di istituire un servizio civile europeo. Certo trovare le risorse necessarie ad un progetto così ambizioso non sarà facile, ma sono convinto che al premier questa sfida stia particolarmente a cuore. Oggi vedremo cosa ci sarà scritto nella legge di stabilità che sarà presentata in Consiglio dei MInistri.

100 milioni in più per avviare 100.000 volontari nel 2016. I conti tornano?
In realtà, a bocce ferme, no. Tuttavia, come ha anticipato il sottosegretario Bobba, è prematuro fare previsioni perché dipenderà anzitutto dai tempi di approvazione della riforma del servizio civile, attualmente ferma al senato, che consentirebbe di ridurre la durata dei progetti dagli attuali 12 mesi a 8 mesi. Ma la questione è più complessa. I progetti che verranno depositati oggi 15 ottobre, ovvero quelli che saranno messi a bando nel 2016, sono progetti pensati e scritti per una durata di 12 mesi. Ciò significa che non sarà possibile modificarne le caratteristiche se anche sopravvenisse la riforma normativa, a meno di non voler rimettere in discussione l’enorme lavoro fatto da migliaia di enti. Inoltre, va ricordato che la rimodulazione della durata del servizio civile non è definita nel testo di riforma. Nei numerosi confronti avuti con le forze politiche e con le commissioni parlamentari ne è emerso che la durata ridotta del servizio civile è una delle opzioni possibili, non l’unica. Permarrà quindi la possibilità di presentare progetti per 12 mesi per quegli enti e per quegli interventi progettuali che lo richiederanno. A conti fatti e a retribuzione mensile dei volontari invariata ecco alcune ipotesi: se tutti i progetti di servizio civile durassero 8 mesi occorrerebbero circa 300 milioni di euro; se durassero tutti 12 mesi servirebbero oltre 550 milioni; se fossero parimenti divisi, 50 e 50, in 8 e 12 mesi il governo dovrebbe impegnare 420 milioni.

Quindi l’aumento del Fondo Nazionale non basterà per raggiungere l’obiettivo?
Sono convinto che nelle intenzioni di Renzi non vi sia il solo sostegno dello Stato al servizio civile. Nel 2015 il governo è stato capace di intercettare, attraverso il programma Garanzia Giovani, la disponibilità dell’Europa che ha aumentato di circa 50 milioni le risorse statali. Un intervento per nulla scontato, frutto di un impegno politico su scala europea, che ha consentito all’Italia di sperimentare una misura non prevista dal programma Garanzia Giovani e che, al pari delle altre misure del programma, rispondesse all’obiettivo di rendere i giovani più occupabili. Ai fondi di garanzia giovani si sono aggiunti poi quelli di altri ministeri che hanno scelto il servizio civile quale strumento di intervento per specifiche politiche di settore, dall’ambiente alla cultura. Persino l’Autorità Nazionale Anticorruzione ha finanziato un progetto di servizio civile per lavorare sui temi dell’educazione alla legalità. In ultimo, ma rappresentando la novità più interessante, sono intervenuti molti enti, profit e no-profit, che hanno finanziato progetti. Se queste condizioni dovessero ricorrere, favorite e sostenute dal Governo, anche nel 2016 l’obiettivo dei 100.000 giovani potrebbe essere raggiunto.

Cosa potrebbe fare secondo lei il Governo per favorire e sostenere queste condizioni?
Il servizio civile è un istituto della Repubblica, non una progettualità privata. Risponde a bisogni sociali e culturali del Paese, ad emergenze ambientali, favorisce l’educazione e la formazione dei giovani, li arricchisce di competenze e di quel capitale sociale utile ai loro progetti di vita. Serve comunicare di più e correttamente l’esistenza e gli obiettivi di questo istituto, renderlo patrimonio culturale delle istituzioni ai vari livelli, delle organizzazioni del terzo settore, delle università e anche delle imprese. Se gli enti pubblici e quelli del terzo settore sono titolati a promuovere i progetti di servizio civile, le imprese private possono sostenerli nell’ambito della responsabilità sociale. I segnali positivi non mancano, ma credo che nella riforma andrebbe prevista la detassazione alle imprese che lo sostengono. Più fondi arriveranno dal privato meno fondi occorreranno allo Stato per il servizio civile, liberando in questo modo risorse per altri bisogni. Potrebbe essere un’operazione a somma zero, con un grandissimo valore aggiunto: renderemmo il Paese partecipe della responsabilità di aiutare le nuove generazioni a crescere e a formarsi.