| 10/02/2016 Società civile e Parlamento: date una casa alla difesa non armata e nonviolenta  La proposta di Legge per l'istituzione ed il finanziamento del  Dipartimento della Difesa civile non armata e nonviolenta, che costituisce  uno dei punti di forza della Campagna “Un'altra difesa è possibile”, sostenuta dalle 6 Reti promotrici (Conferenza  nazionale Enti di Servizio Civile, Forum Nazionale Servizio Civile, Rete della  Pace, Rete italiana disarmo, Sbilanciamoci!, Tavolo interventi civili di pace)  è ora arrivata nel Parlamento italiano sia con la forma di legge di  iniziativa popolare sottoscritta da 53.000 cittadini, sia grazie all'iniziativa  di sei deputati (Marcon di Sinistra italiana, Zanin del Partito Democratico,  Basilio del Movimento 5 Stelle, Sberna del Centro democratico, Artini di  Alternativa libera e Civati di Possibile) che hanno presentato lo stesso testo  (Pdl n. 3484), rendendo possibile un  sollecito avvio dell'iter istituzionale. Spetta ora ai partiti, ai gruppi  parlamentari, ai singoli deputati il compito di discutere e votare, prima  in Commissione (il testo è stato già assegnato alle Commissioni Affari  Costituzionali e Difesa) e poi in Aula, l'istituzione del Dipartimento per la  Difesa civile, con pari dignità della  difesa militare.
 La Campagna dei  movimenti per la pace, la nonviolenza, il disarmo, il servizio civile, attiva con gruppi territoriali presenti e  coordinati in tutte le regioni italiane, dopo i sei mesi impiegati per la  raccolta firme con banchetti e gazebo, entra ora nella “fase 2”, quella più politica  di stimolo e sollecito nei confronti dei rappresentanti istituzionali sui contenuti specifici della Legge: i corpi  civili di pace, il Servizio Civile, la Protezione civile, l'Istituto di  ricerche per la pace ed il disarmo. Da oggi i nostri gruppi locali inizieranno una pressione costante sui  Deputati del proprio territorio affinché anch’essi sottoscrivano la  proposta di Legge n° 3484 e si facciano portatori della richiesta di  discussione del testo in sede di Camera dei Deputati. Come la società civile ha dato modo di credere in  questo cammino desideriamo che anche i gruppi politici e gli esponenti  parlamentari si facciano carico di questa scelta epocale ed innovativa. Obiettivo della  Campagna è  ridefinire i concetti di  difesa, sicurezza, minaccia, dando centralità alla Costituzione che “ripudia la  guerra” (art.11), afferma la difesa dei diritti di cittadinanza ed affida ad  ogni cittadino il “sacro dovere della difesa della patria” (art. 52).   Dichiarazioni dei referenti di Campagna e delle  Reti promotrici della Campagna Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento e  coordinatore della Campagna"Per poter  costruire la pace bisogna prima fermare la guerra, senza rinunciare alla difesa  della vita, delle comunità locali, dei diritti umani. E' quello che vogliamo  contribuire a fare con la proposta politica della Difesa civile non armata e  nonviolenta. Non fare nulla per cercare un'alternativa possibile alla difesa  armata, che è il preludio della guerra, significa essere corresponsabili di morti  e profughi. E poi ci stupiamo e non sappiamo gestire le masse di disperati che  fuggono dalle guerre e cercano rifugio in Europa? Sarà una vittoria di tutti  quando il Parlamento italiano deciderà di dare piena e vera attuazione alla  nostra Carta costituzionale con il riconoscimento giuridico, politico e  finanziario della Difesa civile. Sarà un passo concreto di pace e civiltà”.
 Sergio Bassoli, di Rete della Pace"L'opinione  pubblica deve sapere che dal 2007 ad oggi con i decreti missione internazionali  di pace, lo stato italiano ha investito circa 8,7 miliardi di Euro, così  distribuiti: 0,08% per azioni con e per la società civile in aree di conflitto,  0,94% in azioni di aiuti umanitari, 0,49% in cooperazione multilaterale e  bilaterale, ed il restante 94% in spesa militare. Le cifre si commentano da  sole. Dobbiamo cambiare l'approccio culturale e politico del nostro paese se  vogliamo diventare attori credibili di pace e di convivenza. Meno scarponi sul  terreno e droni che volano e più mani che si stringono e che lavorano insieme  per difendere la democrazia ed allontanare gli spettri di nuove guerre e del  terrorismo. "
 Martina Pignatti, per il Tavolo Interventi Civili di Pace"In Italia  sta per partire con grande difficoltà una sperimentazione triennale di corpi  civili di pace in seno al servizio civile, ma le istituzioni hanno definito una  cornice limitata che renderà difficile per l’associazionismo italiano  dimostrare l’efficacia degli interventi nonviolenti in zone di conflitto. Per  questo la definizione di una infrastruttura di pace in cui collocare tra  qualche anno gli operatori italiani di peacebuilding è necessaria e va  approntata con urgenza”
 Licio Palazzini, Presidente Cnesc,“Operando  ogni giorno con i giovani attraverso il Servizio Civile Nazionale, è grande la  necessità di esperienze culturali che rendano visibile e concreta l’azione di  Pace del Servizio Civile. Forte è l’impegno giovanile ma anche lo sconforto e  l’influenza di cattivi maestri che ripropongono la violenza come soluzione. Le  istituzioni e il Governo Renzi le vogliamo da questa parte del futuro”.
 Enrico Maria Borrelli Presidente Forum  Nazionale Servizio Civile.“La  delicatissima situazione internazionale ci restituisce con preoccupante  evidenza quanto la pace sia un processo da costruire e non da perseguire con  azioni di forza. Al pari di come crescono in altri paesi e in altre culture  forme di estremismo ed intolleranza coltivate con l’educazione dei popoli, noi  dobbiamo imparare ad educare alla pace le nuove generazioni affinchè crescano  nei valori della tolleranza, del rispetto, dei diritti umani e civili. La  strada che noi indichiamo con questa proposta di legge è quella di coinvolgere  i cittadini in azioni di solidarietà, di educazione e promozione culturale, di  impegno attivo verso la comunità e a favore dei singoli. Questo è per noi il  modello di difesa più efficace, quello che si preoccupa di prevenire i  conflitti sociali, di avvicinare le differenze culturali e religiose, di  tutelare i diritti dei più deboli. Educhiamo i cittadini a tutto questo e  garantiamo al futuro di questo paese una pace duratura”.
 Francesco Vignarca, Coordinatore Rete  Italiana per il Disarmo“La  Rete Italiana per il Disarmo si occupa da anni di sottolineare la  problematicità e gli sprechi delle spese militari, che drenano molte risorse  del nostro Paese verso strutture incapaci di risolvere i conflitti a livello  internazionale. Non è però solo una problema di fondi ma di impostazione  generale ed è ora quindi che il nostro Paese, con una scelta coraggiosa ed  innovativa, si doti di strumenti migliori per affrontare le problematiche  mondiali del nostro tempo. Finché non sarà a disposizione delle nostre  istituzioni anche una scelta possibile di azione non armata e nonviolenta sarà  facile il ricatto di chi chiede soldi per le strutture militari e per le armi”
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